La Torre Medievale

Descrizione breve
Castello di Civita Lavinia e Carcere di Stendhal

Torre di Lanuvio
Torre di Lanuvio

Descrizione

Lanuvio nacque probabilmente come castrum già nel IX sec. d.C., con funzione di avvistamento e difesa dalle incursioni saracene. Il Castello fu costruito riutilizzando molto materiale di età romana, reperibile in situ, come i blocchi di peperino in opera quadrata pertinenti al terzo terrazzamento dell’antica Lanuvium, disposti irregolarmente su almeno tre dei cinque lati del castello. È solo nell’XI Secolo, tuttavia, che il borgo medievale di Civita Lavinia, grazie all’impulso dei monaci benedettini, conosce un notevole sviluppo, con la costruzione di quattro delle cinque torri, che ancor oggi si presentano nella loro quasi integrità, e di buona parte della cinta muraria, oggetto di un felice restauro negli anni Ottanta del secolo scorso. La pittoresca Torre Medievale, la Torre Maschia della cinta muraria consiste in un massiccio corpo cilindrico con passeggiamento merlato esterno e rialzo sovrapposto di diametro inferiore. Detta torre di Porta Romana, con chiara funzione semaforica, presenta sul cilindro inferiore, riprodotto in marmo, lo stemma del pontefice Vittore III (1086-1087), a cui va probabilmente attribuita, secondo lo storico Alberto Galieti, la ricostituzione del paese. La Torre, in buono stato di conservazione, fa parte della cinta muraria che venne eretta all’epoca dell’ “incastellamento”. Questa fase riguardò il territorio centromeridionale italiano (seconda metà del X sec. d.C.) sostanzialmente come opera difensiva contro le incursioni dei saraceni che imperversavano lungo le coste e nell’entroterra. Proprietà degli eredi Colonna di Palestrina fino al XV sec., passò nelle mani della famiglia Cesarini che dispose anche diversi interventi di restauro delle mura pericolanti, dei parapetti e delle merlature, danneggiate soprattutto dai vegetali che si erano radicati sulla struttura.
Nel sec. XVII risulta adibito a carcere ed ospitò anche un cardinale nipote di papa PaoloIV nel 1559. Importanti lavori furono eseguiti a seguito del terremoto del 23 gennaio 1892, e dei bombardamenti dell’ultima guerra che causò gravi danni a tutto il paese. Il castello di Civita Lavinia fu oggetto di numerosi attacchi e incursioni nel corso dei secoli, tra i quali è degno di menzione quello del 1347 a opera dei Frangipane che distrussero la rocca, ricostruita pochi anni dopo secondo i canoni edilizi del XIV sec. La funzione difensiva del castello cessò nel 1564, anno in cui Giuliano Cesarini acquistò Civita Lavinia e Ardea. Oggi la Torre fa parte del Museo Diffuso di Lanuvio ed è aperta al pubblico e visitabile, una struttura unica ed intatta, patrimonio storico e archeologico, nonchè simbolo della città.

La Fontana di Piazza Mazzini

La fontana è inserita sotto la torre semaforica all’ingresso del corso principale di Lanuvio  ed è adibita a fontana pubblica dal 1675, anno in cui Filippo Cesarini ne fece dono alla città di Lanuvio nell’ambito di un progetto unitario di abbellimento urbano conseguente al ripristino dell’antico acquedotto romano. Alberto Galieti, studioso di antichità lanuvine, in un suo articolo pubblicato nel 1948 riporta il resoconto della seduta consiliare del 21 Gennaio 1675, in cui è scritto che il duca Filippo Cesarini aveva dato il permesso di ripulire e ripristinare l’acquedotto romano che portava l’acqua al paese e che a sovrintendere quel lavoro c’era il cavalier Fontana, lo stesso incaricato della costruzione della Fontana degli Scogli. Nella stessa nota del Galieti si legge che in data 28 Aprile 1675 il duca Cesarini con l’intento di “ Fare le fontane in questa terra desidera che la Comunità faccia portare la tazza e cassa di marmo che si trova nella villa di sua ecc. e le selci grosse per servizio di dette fontane”. La tazza e la cassa di marmo di cui si parla sono in realtà due sarcofagi romani che furono collocati uno in P.zza S. Maria Maggiore, dove si trova tuttora, l’altro, invece, collocato in Piazza Mazzini, quello oggetto della presente relazione già ai tempi in cui Galieti scriveva (inizi del 1900), era conservato in frammenti nel Museo Civico.
Oggi al suo posto abbiamo una piccola vasca in peperino. Si tratta quindi di un progetto unitario di abbellimento di Lanuvio voluto da Filippo Cesarini e scaturito dalla ripulitura dell’acquedotto; ripulitura di cui si sentiva l’esigenza già dal 1638, così come è emerso dalle notizie di cronaca cittadina tratte dai manoscritti del Galieti e riportate nei Rendiconti dei Consigli Comunali di Civita Lavinia degli anni 1579-1892. L’acquedotto romano, collocato cronologicamente tra il I sec. a.C. e il I d.C. e il cui percorso è interamente sotterraneo, proveniva da sotto Monte Leone in Comune di Genzano di Roma e, attraversando la collina di S. Lorenzo di Lanuvio, terminava all’angolo Nord-ovest di Piazza Vittime di Brescia, dove doveva convogliare la maggiore quantità d’acqua da distribuire all’antica Lanuvium. Una recente rilettura degli avvenimenti più significativi dei “Rendiconti dei Consigli Comunali di Civita Lavinia” datati 1579-1892 e trascritti dallo studioso Alberto Galieti riporta alcune notizie riguardanti il sarcofago di P.zza Mazzini: l’8 Settembre del 1726 si richiede il riattamento non solo del fontanone e suoi condotti della Piazza del Borgo, ma di tutte le fontane.
 

Descrizione della Fontana di Piazza Mazzini

Il materiale lapideo di cui è costituita l’attuale vasca della fontana, è un peperino di origine metamorfica, probabilmente peperino proveniente dalle Cave di Marino, di colore grigio scuro. La vasca è liscia su tutti e tre i lati. L’interno della vasca è rivestito da uno spesso massetto in malta cementizia largamente ricoperto da strati di calcare sul bordo esterno.
La vasca è stata incassata di alcuni centimetri all’interno della muratura, alla quale sono stati addossati la faccia di due leoni bronzei, che hanno sostituito due precedenti leoni in marmo stilofori che provenivano dalla Chiesa Collegiata (fase del XIII secolo),  da cui sgorga l’acqua. Allo scopo di sigillare gli spazi tra vasca e muratura è stata utilizzata una malta grossolana di colorazione scura, probabilmente a base di calce e pozzolana, ancora ben visibile tra i due fianchi laterali e la muratura. Per consentire il deflusso dell’acqua dal bacino della fontana è stato praticato un largo foro nella zona inferiore della vasca. Questa fontana venne eretta dall’architetto Tommaso Mattei nel 1684. Va però detto che originariamente il Mattei si servì di un sarcofago romano per la vasca. Tale vasca aveva come base  una sfinge ed un leone che azzannava un agnello e due mezzi leoni di cm. 50 che gettavano l’acqua nella vasca, di cui non è rimasto più nulla.  Prima dell’ultimo conflitto la fontana aveva sulla fronte:  una  bella decorazione a stucco, una nicchia con una cornice intorno, una fascia nel mezzo e una conchiglia in alto. Il tutto era sormontato da due ricchi festoni con una piccola conchigliaia nel mezzo. Questa decorazione è purtroppo andata perduta in seguito alle azioni belliche dell’ultima guerra mondiale, mentre la vasca era stata sostituita già da tempo.

Modalità di accesso

Accesso alla Torre da Piazza Giuseppe Mazzini,1

Indirizzo

La Torre Medievale

Piazza Giuseppe Mazzini, 1, 00075

Ultimo aggiornamento: 01/04/2025, 18:23

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